sabato 3 novembre 2012

8 domande per 8 volontari: Fruzsina

Da dove vieni?

Vengo da una grande città, che per me è sempre stata troppo grande. Vengo dalla capitale d'Ungheria (Budapest), che è una città piena di opportunità, piena di eventi, piena di gente molto diversa, piena di vantaggi e di svantaggi. In questa città non mi sono mai sentita veramente a mio agio. In fondo all' anima io sono una ragazza rustica.
Vengo da una comunità subculturale, sono membra di un movimento socio-culturale, che si chiama Táncház (casa di danza), che nell'anno scorso è stato iscritto nella lista d'UNESCO. Veramente questo non è altro che (un modo di) divertimento. Anche questa comunità subculturale, come tutte le comunità subculturali, è relativemente piccola e chiusa, come una grande famiglia. Ha determinato tutta la mia vita dal tempo libero attraverso gli studi fino al lavoro.

Come sei arrivata qui?

Prima della partenza avevo molto da fare, l'ultimo mese era abbastanza difficile, non avevo tempo per concentrarmi sul viaggio, per immaginare quest'esperienza. Per altro ho viaggiato con il treno. Avevo bagagli pesanti, anche se ho lasciato a casa un sacco di roba. 



Di che cosa ti occupi durante il servizio volontariato europeo?

Durante il servizio volontariato io lavoro nell'Ufficio UNESCO del Comune di Firenze. Fino adesso ho aiutato ad inserire i dati dei questionari compilati dai turisti in una tabella di Excel. Ci sono ancora 200 questionari, sicuramente finirò questo compito la prossima settimana, e spero che avrò un lavoro più interessante. Altrimenti mi lasciano occupare di un argomento che mi interessa e di cui mi intendo. Ho un idea abbastanza precisa, ma non vorrei parlarne ancora, perchè non sono sicura che sia realizzabile.

Come ti trovi a Firenze?

Sono contenta di esserci! Non sono mai stata in Italia, ma volevo sempre vedere soprattutto questa città. Mi piace molto Firenze perchè è piccola, ha un atmosfera medievale, è piena di arte, e perchè -sorprendentemente- non mi perdo mai.
E interessante la nostra situazione, visto che nei giorni di lavoro viviamo come se fossimo abitanti di Firenze, e il fine settimana diventiamo di nuovo a turisti.
Non ho scoperto ancora tutte le bellezze della città, non ho visitato i musei e neanche le chiese, e non conosco bene i luoghi di divertimento. Vorrei trovare un corso di danza, ma fino adesso non mi è riuscito.

E come te la cavi con la lingua italiana?

Proprio la lingua è il mio più grande problema. Ho studiato al liceo, poi anche all'università, ma, per dire la verità, la facoltà di linguistica e letteratura d'italiana non era molto buona... Poi ho lavorato per tre anni, e durante questi anni non ho parlato e non ho sentito nemmeno una parola italiana. Ho dimenticato molto. La prima settimana era abbastanza difficile, ma adesso già un po' meglio.
E peccato che al mio posto di lavoro io non debba usare la lingua, e così mi sviluppo più lentamente. Visto che non ho coraggio di parlare, tutti pensano che io sia timida, noiosa e antisociale. Spero che fra poco comincerò a parlare e tutto cambierà.

Oltre all'italiano quali sono i tuoi interessi?

Possiamo dire che sono antropologa, che significa soprattutto che ho un modo di vedere un po' speciale. Mi interessa la cultura, che non è solo l'arte, e non è solo il passato, ma anche il presente. La cultura in senso etnografico è tutta la vita quotidiana. Come si vestono? Cosa mangiano? Come abitano? Come strutturano il tempo? Parlano forte o piano? Come si comportano nella strada, nella chiesa, al mercato, e cosi via.

Che cosa ti aspetti da questa esperienza?

Non ho aspettative molto precise. Sarà come sarà. Tutto quello che mi offre e mi dà questa esperienza, lo accetto, se mi cambiare, mi lascio cambiare, se mi sviluppare, mi sviluppo, se mi mette alla prova, reggo la prova, se porta difficoltà, la supero, e spero che non succederà nessun problema.

Che progetti hai per il futuro?

Sono sicura che fino alla fine di giugno lavorerò a Firenze come volontaria. E poi, chissà?
Ancora non lo prevedo.

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